Atalanta -Salernitana sarà una gara particolare per Gabriele “Lele” Messina. È stato un grande attaccante della Salernitana degli inizi degli anni 80. In maglia granata segnò una trentina di gol tra campionato e Coppa Italia in una squadra lacerata da problemi societari e tre cambi di allenatore. Fu la Salernitana che perse la finale di Coppa Italia contro il Padova. Era la Salernitana di Zandonà, Botteghi, Viscido, Moscon e Calisti. La sua carriera è poi andata avanti anche da dirigente dell’Atalanta. Quella di lunedi sarà una partita che Messina sentirà particolarmente per i trascorsi con ambedue le società e per il legame che è sempre stato forte non solo con Bergamo ma anche con la città di Salerno.
Lo abbiamo raggiunto per faci aitare ad analizzare il momento della squadra granata.
Che cosa succede alla Salernitana?
«Quest’anno la Salernitana mi sta facendo dannare. La seguo sempre e sono profondamente dispiaciuto per la situazione di classifica. Per me, ciò che sta accadendo è molto strano perché stiamo parlando quasi della stessa squadra dell’anno scorso. Evidentemente ci sono situazioni di spogliatoio che hanno influito. Mi viene in mente la questione legata a Dia ma non solo. Forse andavano fatte altre scelte e magari fare come è stato fatto con Ederson, un calciatore che ci stiamo godendo a Bergamo».
Come si esce da queste situazioni?
«Non c’è una ricetta se non il lavoro quotidiano. Io spero che la Salernitana riesca a salvarsi ma credo che a gennaio vadano fatte scelte oculate sul mercato. Per me ci vuole una punta che riesca a far gol con discreta continuità, da affiancare a Dia o per sostituirlo. L’anno scorso c’era Piatek che è un buon calciatore. Non mi spiego la cessione di Bonazzoli, un calciatore bravo che avrebbe dato una mano al reparto avanzato. Ora è stato reintegrato Simy che non può essere il salvatore della patria dopo che è stato messo fuori squadra. Insomma, un poco di confusione c’è».
Ieri il presidente Iervolino è stato molto duro con i calciatori
«Si, ho sentito e visto qualcosa. Non so se strigliare i giocatori nel bel mezzo di un campionato da giocare sia stata una buona idea. Io non lo avrei fatto. Queste cose si fanno all’interno dello spogliatoio»
Forse perché manca una figura di raccordo tra società e squadra
«È fondamentale. L’accoppiata Direttore Sportivo e Direttore Generale è importantissima. Io ho lavorato con Zanzi e Marotta e la collaborazione è stata massima. Una figura che sappia trattare con lo spogliatoio e fare da raccordo con la società. Il Direttore Sportivo non può fare tutto».
In vista del mercato di gennaio cosa consiglierebbe ai dirigenti?
«Ci vuole fortuna e competenza. Il mercato di gennaio è difficile e bisogna saper comprare. Io presi Migliaccio dalla C e lo portai in A e fui fortunato perché poi ha avuto una bella carriera. Se si conoscono i calciatori si possono fare anche operazioni importanti per la squadra ed anche per il bilancio»
Invece l’Atalanta sembra in uno stato di grazia
«Si. Puntano alla Zona Champions. In Europa League Gasperini ha fatto giocare i ragazzini facendo bene proprio per far riposare i titolari. Giocano a memoria e non risentono degli infortuni che pure ci sono, vedi Traorè e Scamacca. Aggrediscono e non permettono agli avversari di respirare. Le squadre di Gasperini sono così. Un brutto cliente per la Salernitana».
Un consiglio ad Inzaghi?
«Sono legato a lui da calciatore. Purtroppo ha trovato una squadra già fatta. Quando si subentra è sempre difficile. Credo che lui abbia chiaro ciò che bisogna fare, ma i risultati non arrivano e, alla fine, paga sempre l’allenatore»
Ci fosse in squadra un Lele Messina…
«Mi piacerebbe. Magari rifarei quei trenta gol con la Salernitana. Bando agli scherzi, spero che la Salernitana si riprenda. I punti in palio ci sono e poi c’è un pubblico sempre straordinario che porto nel cuore. Retrocedere sarebbe problematico per tanti aspetti perché risalire non è poi così facile. La B è un torneo logorante e non so quanti giocatori sarebbero disposti a scendere di categoria.