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Bonazzoli – Djuric, Lovato, Inzaghi e il suo staff: tanti ex in Hellas Verona – Salernitana

I due attaccanti scaligeri incrociano l'Ippocampo dopo i gol segnati nel recente passato. In maglia gialloblù il tecnico piacentino divenne Superpippo

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Hellas Verona – Salernitana sarà partita da ex per due attaccanti dal grande passato (comune) in maglia granata. A cominciare da Federico Bonazzoli, che ritrova per la prima volta la Salernitana da avversario dopo due stagioni giocate con l’Ippocampo sul petto.

Bonazzoli, doppia cifra per il 7%

La punta arrivò in Campania nell’estate 2021, deputata a guidare l’attacco della Salernitana – neopromossa in A – allestita da Fabiani sotto l’egida del trust. Presentatosi con una doppietta alla Reggina in Coppa Italia, Bonazzoli realizzò tre reti nel girone d’andata, sui campi di Bologna, Venezia e Cagliari.

Dopo il gol a Napoli, l’attaccante – quasi sempre titolare con Castori – fu lasciato in tribuna da Colantuono contro lo Spezia per motivi disciplinari, per poi tornare costantemente in campo prima col tecnico laziale e poi con NicolaBonazzoli segnò contro Genoa, Milan, Sassuolo, Fiorentina, Venezia (su rigore) ed Empoli (in rovesciata), raggiungendo il record personale di 10 gol in Serie A, cruciale per la miracolosa salvezza dell’Ippocampo.

Dopo le lacrime contro l’Udinese, la scadenza del prestito riportò il giocatore alla Sampdoria, prima che De Sanctis lo riacquistasse in estate per 5 milioni. L’annata scorsa non fu però altrettanto brillante, e il classe ’97 – soffrendo la concorrenza di Dia e soprattutto di Piatek – realizzò appena 2 gol (contro Samp e Milan) in 24 partite.

Meno impiegato rispetto all’anno precedente, l’attaccante mantenne un minutaggio quantomeno dignitoso con Nicola, prima di finire definitivamente ai margini con Sousa. Da qui, la scelta di far allenare a parte il giocatore in estate e il conseguente prestito all’Hellas.

Domani pomeriggio Bonazzoli ritroverà il club ancora proprietario del suo cartellino. La società granata – stando alle voci di mercato – potrebbe imbastire un clamoroso ritorno del giocatore, attualmente fermo ad uno score di 14 gol e un assist in 54 gettoni con il cavalluccio.

Djuric, cuore e gol

Altrettanto intenso è stato il quadriennio granata di Milan Djuric, che con la Salernitana giocò tre campionati di B prima della celebre salvezza in Serie A. Il gigante bosniaco arrivò nel 2018 a Salerno per circa un milione di euro, dopo la prima (complessa) esperienza fuori dall’Italia con il Bristol City.

La prima stagione fu dai due volti: dopo tanta fatica iniziale, l’ariete di Tuzla si sbloccò a marzo (nell’1-1 con il Venezia) e mise insieme 7 gol, risultando decisivo per la salvezza ai playout dei granata allenati prima da Colantuono, poi da Gregucci e infine da Menichini.

Nel 2019-20, con Ventura sulla panchina granata, Djuric visse la miglior stagione in carriera sul piano realizzativo: pur partendo indietro nelle gerarchie rispetto a Jallow Giannetti, il numero 11 si riprese il posto da titolare, divenne capitano e mise a segno ben 12 gol, sfruttando i rifornimenti di qualità provenienti dai laziali KiyineCicerelli Lombardi sulle fasce.

Fallita la missione playoff, Djuric fu importante anche nell’annata seguente targata Castori, conclusasi con la promozione in A: alternandosi a Tutino e soprattutto a Gondo nel reparto offensivo, il bosniaco realizzò 5 gol, contribuendo al ritorno della Salernitana in Serie A dopo 22 anni.

L’attaccante fu fondamentale anche in massima serie, colmando la lacuna lasciata dal fallimentare ingaggio di Simy. Nel 2021-22 Djuric fornì 3 assist, ma soprattutto realizzò 5 gol pesantissimi: dopo quello con il Genoa (viziato, ad onor del vero, da una deviazione di Maksimovic) che valse la prima vittoria in campionato, il bosniaco si ripeté contro Verona, Milan, Sassuolo e Fiorentina.

Reti che, insieme ai 10 gol di Bonazzoli e ai 5 di Verdi, furono cruciali per l’impresa dei granata di Nicola. Dopo la salvezza Djuric non rinnovò con il club di Iervolino, firmando quindi per tre anni con l’Hellas: l’ariete di Tuzla conserva uno score di 29 gol e 7 assist in 154 presenze. Più che di freddi numeri, però, il lascito del bosniaco ai colori granata consta soprattutto di cuore e impegno.

La prima Serie A di Lovato

Su sponda ospite, Verona rappresenta una tappa importante nella carriera di Matteo Lovato. Il difensore veneto, poco considerato da Inzaghi nelle ultime gare, firmò con l’Hellas a gennaio 2020, dopo l’esperienza in Serie C con il Padova. Il classe ’00 esordì a luglio (durante la ripresa post-Covid), riuscendo quindi a debuttare in Serie A alla sua prima stagione tra i professionisti.

L’anno successivo segnò la svolta, poiché la cessione di Kumbulla alla Roma consegnò a Lovato il posto da titolare nella difesa a tre di Juric: il centrale mantenne un ottimo rendimento, guadagnandosi a fine stagione la fiducia dell’Atalanta, che lo acquistò per 8 milioni più 3 di bonus. Al Bentegodi il 66 granata rincrocerà la maglia indossata per le prime 25 volte in massima serie.

Mazzocchi, passato nel vivaio Hellas

E’ tinta di gialloblù anche una parentesi nella carriera di Pasquale Mazzocchi, che nel 2012 entrò nelle giovanili del Verona dopo l’esperienza al Benevento. Il laterale di Barra giocò nel vivaio scaligero fino a gennaio 2014, prima di una girandola di prestiti: sei mesi al Bellaria, altri sei al Pro Piacenza e un anno al Rimini, prima della chiamata del Parma a gennaio 2016.

A Verona nasce Superpippo

Il Bentegodi occupa uno spazio importante nella carriera di Filippo Inzaghi, che da calciatore vestì gialloblù nel 1993-94. E’ proprio a Verona che l’attaccante (allora ventenne) fu soprannominato Superpippo durante il suo primo campionato di B. Dopo la doppia cifra in C1 con il Leffe, il classe ’73 si ripeté con gli scaligeri, firmando 13 gol in cadetteria (e uno in Coppa Italia) in 37 presenze.

Terminata la stagione in prestito agli ordini di mister Mutti, Inzaghi tornò a Piacenza, trascinando con 15 gol gli emiliani alla promozione in Serie A. Il bilancio di Inzaghi contro l’Hellas è migliore da calciatore che da allenatore: con le maglie di Piacenza, Atalanta, Juve e Milan, il classe ’73 ha vinto 6 volte contro il Verona, a fronte di 2 pareggi e una sconfitta, segnando 3 gol e fornendo un assist.

Decisamente peggio, invece, è andata in panchina: alla guida del Milan, Inzaghi ha ottenuto una vittoria e un pareggio contro l’Hellas, mentre con il Benevento ha perso entrambe le gare con gli scaligeri.

Due ex nello staff granata

Accanto al tecnico piacentino siederanno in panchina altri due ex del match, entrambi nello staff tecnico granata. Uno è il suo vice Maurizio D’Angelo, che (dopo una lunga militanza nel Chievo) fu collaboratore tecnico di Luigi Del Neri da dicembre 2015 a maggio 2016, stagione chiusa dall’Hellas con la retrocessione in Serie B.

Subito dopo, D’Angelo entrò nello staff di Inzaghi come allenatore in seconda: incarico ricoperto con Venezia, Bologna, Benevento, Brescia, Reggina e mantenuto anche alla Salernitana.

L’altro componente dal passato gialloblù è Nicola Corrent: originario di Verona, l’ex centrocampista granata – ora collaboratore tecnico di Pippo – giocò due anni e mezzo con l’Hellas (da gennaio 2007 ad agosto 2009), collezionando 62 presenze e 3 gol.

Nel 2016, due anni dopo il ritiro, Corrent tornò a Verona come vice di Pecchia: il primo anno arrivò la promozione in Serie A, seguita però dall’imminente retrocessione con annesse dimissioni del tecnico di Formia. Corrent rimase comunque all’Hellas, allenando per due stagioni l’under 17.

Il tecnico veneto fu quindi scelto per guidare la Primavera, con cui fu protagonista di un gran triennio: nel 2019-20 gli scaligeri arrivarono in finale di Coppa Italia, perdendo contro la Fiorentina; l’anno successivo arrivò la vittoria del proprio girone di Primavera 2, che valse la promozione in Primavera 1, categoria poi mantenuta grazie alla salvezza del 2021-22.

Il buon lavoro nelle giovanili gialloblù valse a Corrent la prima panchina tra i professionisti, in Serie C con il Mantova: incarico mantenuto fino all’esonero dello scorso febbraio. Poi, dopo qualche mese di stop, la nuova avventura a Salerno.

Berardi, laziale tra i tanti a Salerno

In Campania qualche anno fa transitò anche Alessandro Berardi, terzo portiere a disposizione di Baroni. Il classe ’91 vestì granata nel 2013-14, arrivando in prestito dalla Lazio: dopo sei mesi da vice-Iannarilli, a gennaio il portiere romano divenne terza scelta tra i pali, complice l’arrivo di Gori.

Dopo un anno senza spazio a Verona, Berardi racimolò solo 6 presenze con la Salernitana in Prima Divisione, prima di tornare in biancoceleste ed essere nuovamente smistato in prestito, questa volta al Grosseto.

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