Salernitana – Genoa sarà partita da grande assente per Emil Bohinen, il cui passaggio in prestito dai granata al Grifone è stato ufficializzato proprio in settimana. Il mediano norvegese avrebbe dovuto aprire il suo cammino in rossoblù proprio contro l’Ippocampo, ma non sarà all’Arechi per infortunio.
L’addio del centrocampista è stato abbastanza divisivo per la tifoseria granata. E non è un caso, dopo due anni segnati da una parabola discendente, con degli alti di grandissimo livello e dei bassi piuttosto profondi. Ad ogni modo, Salerno resta la piazza in cui Bohinen si è presentato al grande calcio.
Bohinen, parabola discendente
Facendolo alla grandissima: il classe ’99 – preso da Sabatini a gennaio 2022 – fu assoluto protagonista dell’instant team capace di conquistare la prima, miracolosa salvezza in Serie A della storia granata. Arrivato in prestito al CSKA Mosca, il norvegese faticò – non poco – nei primi due mesi, restando ai margini prima con Colantuono e poi con Nicola.
Poi, il mese di aprile fu quello della svolta: il tecnico piemontese consegnò ad Emil le chiavi della regia nel 3-5-2 granata. Chance che il ragazzo sfruttò magistralmente, formando insieme ad Ederson e Coulibaly un centrocampo di altissimo livello, che poco aveva a che vedere con la zona salvezza.
L’infortunio: mai più come prima
Raggiunto il traguardo, Bohinen fu riscattato per 3 milioni in estate, e – nonostante le voci di addio – rimase in granata, prendendo il numero 8 in luogo del 15 indossato in precedenza. La stagione scorsa si aprì però in modo sfortunato, con l’infortunio al collaterale mediale in Coppa Italia contro il Parma.
Episodio che portò a due mesi di stop, e che rappresenta, per molti, il reale spartiacque dell’esperienza granata del centrocampista. Il quale, una volta rientrato, non riuscì a riaffermarsi sugli ammalianti standard mostrati in precedenza, al netto di qualche prestazione di alto livello.
Tanto, poi, hanno fatto anche le scelte di Sousa: certamente per il minutaggio (con un Vilhena stabilmente preferito a Bohinen), ma soprattutto in termini tattici, stante una mediana a due decisamente poco consona alle caratteristiche poco esplosive del norvegese.
Il cui rendimento a singhiozzo è proseguito anche nelle prime gare di questa stagione. Dopo l’esonero del tecnico portoghese, l’arrivo di Inzaghi ha riportato – seppur a tratti – i granata a giocare con un centrocampo a tre: nonostante ciò, i segnali di ripresa offerti da Bohinen non sono stati evidentemente sufficienti.
L’accantonamento si è materializzato con quattro panchine di fila, prima dei forfait di inizio 2024 per problemi muscolari. Da qui la firma con il Genoa, il 24enne di Derby saluta dopo aver totalizzato 49 gettoni e un assist con quella Salernitana che non potrà ritrovare da avversario domenica pomeriggio.
Lovato, un anno e mezzo a Genova
Su sponda granata, invece, ci sarà Matteo Lovato, transitato nelle giovanili rossoblù. Il difensore, tornato titolare nel derby a Napoli, fu acquistato dal Grifone a 16 anni, dopo i primi passi con il Padova. Nel 2016-17 il centrale giocò con l’under-17 rossoblù, totalizzando 18 presenze e 2 gol, e fu talvolta aggregato alla Primavera.
Entratovi definitivamente l’anno seguente, Lovato non trovò spazio. Di conseguenza, a gennaio 2018 il classe ’00 fece ritorno – stavolta in prestito – al Padova. Dopo la seconda metà di stagione in biancoscudato, il difensore fu riscattato dal club veneto, con cui poi debuttò tra i professionisti nel 2019.
D’Angelo, panchina da ex di turno
A Genova è transitato anche Maurizio D’Angelo, che domenica sostituirà lo squalificato Inzaghi. L’allenatore in seconda della Salernitana conserva una breve parentesi in rossoblù: l’ex Chievo seguì mister Del Neri come collaboratore tecnico da ottobre 2012 a gennaio 2013, momento dell’esonero del tecnico friulano.
Precedenti: Gilardino sorride, Inzaghi meno
A proposito di panchine, lo storico dei precedenti tra Inzaghi (che sarà in tribuna) e Gilardino sorride nettamente al tecnico ospite. I due ex attaccanti, compagni per tre anni al Milan e Campioni del mondo 2006, si sono sfidati due volte da allenatori: il Genoa di Gila ha vinto di misura sia la scorsa stagione in B contro la Reggina che quest’anno in A contro la Salernitana.
La sfida d’andata, decisa dal gol di Gudmundsson, è l’unico precedente tra il tecnico di Biella e i granata, nonché l’ultimo di 8 confronti tra SuperPippo e il Grifone. Anche qui, c’è da invertire la rotta: Inzaghi ha perso ben 5 gare contro il Genoa (due con il Milan, una con il Bologna e le ultime due alla guida di Reggina e Salernitana).
Soltanto due le vittorie: la prima in Serie A nel 2020, per 2-0 alla guida del Benevento (1-1 invece nel ritorno a Marassi). La seconda arrivò l’anno scorso in cadetteria, con la Reggina di Pippo (e del nuovo granata Pierozzi) che superò 2-1 al Granillo il Genoa allenato da Blessin in uno scontro d’alta classifica.