COSTIL 6: praticamente inoperoso nei primi quarantacinque minuti, sostanzialmente incolpevole sull’autorete di Gyomber. Partita da spettatore non pagante anche nel secondo tempo.
GYOMBER 4,5: parte bene, è reattivo in marcatura, in un’occasione esce ottimamente anche in disimpegno con la palla al piede. Nell’occasione del gol leccese è bravo in anticipo nella prima diagonale su Krstovic, ma il pallone respinto viene rispedito da Almqvist nell’area piccola granata; questa volta lo slovacco lo trasforma in un’autorete evitabile e goffa. 67′ ZANOLI 6,5: cerca di conferire maggiore spinta e qualità agli attacchi provenienti dalla corsia destra, offrendo un ottimo pallone a Simy che non riesce a superare Falcone.
MANOLAS 6: poco impegnato dall’attacco leccese, potrebbe presidiare meglio la propria area nell’occasione del gol pugliese. Una sua spizzata consente a Maggiore di calciare in porta e trovare la prodezza di Falcone. Nel finale del primo tempo, la sua deviazione di ginocchio sul tiro di Pongracic risulta determinante. Nella ripresa, le sue letture sono sempre determinanti nei rari tentativi di ripartenza degli avversari. La sua gara è generosa fino alla fine, come testimonia il disperato tentativo di far gol su palla inattiva nei minuti di recupero.
PIROLA 6: anche lui potrebbe meglio occupare l’area sul gol leccese, poi sbaglia poco e si rende due volte insidioso di testa nei sedici metri ospiti. Ripresa tranquilla, il Lecce bada soprattutto a difendere il prezioso vantaggio.
BRADARIC 5,5: solito riferimento a sinistra e solite sgroppate, ma le rifiniture lasciano a desiderare. Si lascia anticipare da Almqvist in occasione del vantaggio leccese, subito dopo scodella però un buon pallone per la testa di Pirola. Ancora dormiente sul taglio letto di Almqvist, che colpisce male da ottima posizione e grazia Costil. I movimenti dell’ala svedese lo tengono continuamente in apprensione e non vengono interpretati correttamente. Il volume della sua spinta non viene mai meno anche nella ripresa, raramente si trasforma in assist preziosi per i compagni.
COULIBALY 5,5: gioca da mediano classico con scarsa propensione all’inserimento, lavora molti palloni e qualcuno ne recupera. Meglio rispetto alle ultime prestazioni, ma non ancora la mezzala dirompente e inesauribile ammirata nelle scorse stagioni. 53′ GOMIS 6,5: inizialmente è lezioso e un po’ spaesato, poi comincia ad essere più rapido nei movimenti e nelle giocate, esibendo discreta qualità e incisività offensiva. Impegna Falcone dalla distanza, con un allungo trasforma in cross invitante un pallone impossibile, ma in area leccese non ci sono compagni pronti a sfruttarlo.
MAGGIORE 5,5: centromediano di sostanza davanti alla difesa, ha il compito di fare filtro senza però disdegnare gli inserimenti nei sedici metri rivali. Falcone gli nega la gioia del gol con un intervento portentoso. Nella ripresa fa maggiore fatica, sia in fase di costruzione, sia nei tentativi ormai esauriti di operare blitz negli ultimi venti metri leccesi. 71′ MARTEGANI 5,5: un buono spunto appena entrato, poi diventa macchinoso e impreciso anche lui.
BASIC 6: avvio dinamico, condito da un ottimo cross per la testa di Pirola che impegna Falcone. Ma anche un retropassaggio sbagliato che innesca Piccoli il cui tiro termina lontano dal palo. Si rende pericoloso anche con una punizione ben calciata che termina poco distante dalla traversa leccese. Dal suo piede partono interessanti traiettorie che creano sempre qualche scompiglio nell’area giallorossa. Nella ripresa è meno intenso rispetto al primo tempo, dal suo piede mancino nascono un paio di cambi di gioco che liberano la corsia opposta ma non vengono sfruttati dai compagni.
CANDREVA 5,5: in questa nuova veste di uomo a tutto campo ma spesso lontano dalla porta avversaria non riesce ad incidere. Gioca molti palloni, alcuni li sbaglia, altri risultano innocui per il fortino eretto dagli uomini di Gotti. Interessante il pallone lanciato immediatamente nell’area giallorossa che rischia di trasformarsi in gol con la giocata targata Manolas-Maggiore. Avanza il suo raggio d’azione nella ripresa, però i risultati sono altrettanto modesti. Si vede al minuto sessantotto con un tiro cross che crea qualche apprensione a Falcone. Cerca fino alla fine di dare un contributo di qualità e personalità alla squadra, ma a sorreggerlo è l’orgoglio, quasi mai la sua antica creatività.
TCHAOUNA 5,5: avvio di gara incerto e impreciso nei tempi di giocate e nelle scelte tecniche. Poi si accende con un tacco che libera Candreva sulla fascia, ma non colpisce bene il pallone al tiro sugli sviluppi dell’azione. Ancora acceso nel servire Candreva che viene anticipato in area leccese. E’ il più vivo dei suoi nei pressi dell’area leccese, impegna Falcone con un tiro al volo di sinistro. In una squadra priva di soluzioni offensive, non si sottrae alla responsabilità di puntare Gallo e creare sempre qualche insidia. Nel secondo tempo diventa macchinoso e impreciso e viene sostituito. 66′ VIGNATO 6: entra in una fase di stanca, ci mette tanto impegno e non gli fa difetto lo spirito d’iniziativa su entrambi i versanti esterni. Tardivo il suo ingresso, non demerita.
WEISSMAN 5: fa fatica ad eludere la guardia dei centrali giallorossi, anche perché centralmente è supportato poco dai compagni. Potrebbe uscire dai blocchi e dare meno riferimenti ai difensori, ma è un tipo di calcio che non appartiene al suo dna calcistico. 53′ SIMY 5,5: quasi sempre neutralizzato dai centrali pugliesi, si muove bene senza palla sull’assist di Zanoli ma pecca di lucidità al momento del tiro favorendo la parata di Falcone.
ALL. LIVERANI 5: la squadra palleggia per gran parte del match, ma rari sono i momenti in cui riesce ad accelerare e ad arrivare con argomenti validi dalle parti di Falcone. I suoi uomini non meritano la sconfitta, causata anche da qualche buon intervento di Falcone, ma l’intensità degli attacchi difetta di continuità e qualità negli ultimi venti metri. Le azioni più pericolose sono frutto di trame estemporanee e non di un gioco corale e variegato. I cambi di Zanoli, Gomis e Vignato danno qualcosa in più in termini di dinamismo e coraggio nella ricerca della giocata, ma sembrano tardivi e seminano interrogativi sulla gestione complessiva dell’organico. Anche a livello caratteriale, la squadra raramente trasmette la sensazione di voler dare tutto prima di abbandonare il campo.